Donare il sangue fa bene? Quali sono i benefici?

Donare il sangue fa beneLa donazione del sangue è, senza ombra di dubbio, sinonimo di grande altruismo: questo gesto, all’apparenza molto semplice, può difatti fare la differenza per le persone che non godono di buone condizioni di salute.
Non si può, però, negare l’esistenza di risvolti positivi anche per chi dona.
Questa guida nasce, quindi, con il desiderio di dimostrare che la donazone è sinonimo di amore e rispetto per il prossimo e per se stessi.

Visita preliminare del potenziale donatore di sangue

L’aspirante donatore viene sottoposto a una visita preliminare nel corso della quale viene attentamente valutato il suo stato di salute.
Lo specialista analizza le abitudini del soggetto e il suo stile di vita e, se necessario, vi apporta le dovute modifiche.
Vengono, successivamente, eseguiti esami ematochimici comprensivi di emocromo completo con formula, glicemia (per escludere una possibile forma di diabete), creatinina, colesterolo totale (fondamentale per monitorare il rischio cardiovascolare), trigliceridi, ferritina e proteine totali.
Vengono, altresì, fatti test di laboratorio per patologie infettive sessualmente trasmissibili: alcune persone intrattengono, difatti, rapporti sessuali con partner occasionali esponendo, così, il proprio corpo a un elevato rischio (si possono contrarre malattie infettive quali l’aids e la sifilide).

Controlli effettuati ad ogni prelievo e controlli annuali

Il sangue, prelevato nel corso di ogni donazione, viene sottoposto ad analisi precise e accurate. Si eseguono, nell’ordine, emocromo con formula, test per l’epatite B e C e per l’HIV.

Il donatore viene invece sottoposto, una volta l’anno, a esami volti a monitorarne lo stato di salute. L’attenzione, in questo caso, si concentra su glicemia, creatinina, colesterolo totale e HDL, trigliceridi e proteine totali.

Benefici associati alla donazione di sangue

Numerosi studi scientifici in materia hanno, inoltre, portato alla luce un altro interessante aspetto: donare il sangue, almeno una volta l’anno, riduce il rischio di sviluppare diabete mellito e patologie dell’apparato cardiovascolare (la donazione abbassa, difatti, i livelli di ferritina tissutale). Il prelievo di sangue si ripercuote, quindi, sui depositi di ferro con un conseguente incremento del flusso arterioso.
Il prelievo di sangue riduce, inoltre, in modo importante la viscosità ematica (il sangue diventa più fluido e vi sono minori probabilità di formazione di trombi): la circolazione a livello capillare migliora e questo favorisce una maggiore ossigenazione dei tessuti.

I donatori di sangue, come si evince da quanto detto, sono sottoposti a controlli accurati: il singolo soggetto può, quindi, monitorare nel tempo il proprio stato di salute. Si abbatte inoltre, in modo sensibile, il rischio cardiovascolare (i donatori di sangue sono, secondo autorevoli studi, meno inclini a sviluppare un infarto acuto del miocardio).
Il prelievo non è, inoltre, assolutamente pericoloso perché il trattamento viene eseguito nel più totale rispetto delle norme igieniche e di sicurezza.
La quantità di sangue prelevata è, infine, davvero irrisoria (450 millilitri circa su un totale di 7 litri in circolo nel corpo).